Il mercato dell'auto sempre più in caduta libera. Del resto, come potrebbe essere altrimenti, in una situazione di recessione come quella attuale che vede gli Italiani, e con loro una buona fetta di europei, alle prese con una disponibilità economica sempre più ridotta ai minimi termini. Ne consegue, e quindi non c'è da meravigliarsi, che è necessario abbattere le spese, quindi eliminare o rimandare a tempi migliori, tutte quelle spese che non sono di primaria importanza. Del resto, con la maggioranza dei cittadini che è in difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena, non potrebbe essere altrimenti. E la percezione della gravità della crisi non è ancora chiara a tutti, ma lo sarà tra pochi giorni, quando tutti, o almeno coloro che sono in condizioni di farlo, avranno pagato la prima rata dell'IMU, la tassa sulla casa che ha sostituita la vecchia ICI. Quando si parla di costo dell'auto, non s'intende solo quello d'acquisto, visto che vi è il bollo, la benzina, l'assicurazione, qualche riparazione per cui sono necessari i ricambi auto, insomma tutta una serie di spese che bisogna mettere in conto.
Tuttavia, una macchina con qualche anno di troppo sul groppone è pur sempre un'auto che richiede interventi di manutenzione con maggior frequenza rispetto ad un'auto nuova, ma tant'è e bisogna accontentarsi, o meglio, arrangiarsi. Un calo così significativo delle vendite porta inevitabilmente con se una ulteriore recessione perchè ha un impatto severo sull'occupazione. Infatti, i grandi concessionari presenti sul mercato, per far quadrare i conti, saranno costretti a ridurre le spese fisse, e tra queste quelle più semplici ed immediate da ridurre sono proprio quelle relative al personale, quindi perdita di posti di lavoro, minor denaro circolante, una serie di conseguenze per l'economia, oltre che per il malcapitato di turno, devastanti. Il classico circolo vizioso dal quale è praticamente impossibile uscire.
Ma questo discorso vale anche per i grandi marchi, sia italiani che stranieri. I primi, dovranno necessariamente fare ricorso alla cassa integrazione perchè è impensabile che la produzione resti la stessa in presenza di un calo vistoso delle vendite. Quindi, anche l'indotto andrà inevitabilmente in sofferenza, e l'indotto legato all'auto è un indotto vastissimo. Non si esaurisce certo alla piccola azienda che produce accessori, ma tutto quello che ruota intorno all'auto, dalla rivista specializzata, al rivenditore di pneumatici, dall'impianto di distribuzione carburante, agli autogril autostradali. Tutto, inevitabilmente, concorrerà a trendere la recessione ancor più feroce.
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