Le seconde case sono per la maggior parte sul mercato grazie
all’IMU, o sarebbe più giusto dire, per colpa dell’IMU. Infatti tutti i
comuni hanno ritoccato l’aliquota che andrà applicata sulle seconde
abitazioni e gli aumenti in alcuni casi sono stati decisamente
consistenti, tanto da arrivare anche al 72% in più rispetto alla prima
casa. Una situazione del genere oltre ad avere una ricaduta del costo
futuro degli affitti, sia per le civili abitazioni che per le piccole
attività commerciali, ha di fatto intasato in un certo senso il mercato
immobiliare che si trova nelle condizioni di avere una offerta molto
ampia a fronte di una richiesta che si è anche significativamente
ridotta, anche per colpa della difficoltà nell’accedere ad un mutuo.
Per le piccole botteghe artigiane e i piccoli esercizi commerciale, la Confcommercio ipotizza
che diverse decine di questi piccoli esercizi sono a rischio chiusura
entro fine anno, il che non farebbe che far crescere ancor più la
recessione oltre ad impoverire ulteriormente il Paese.
Quindi l’offerta di case e comunque piccole proprietà in vendita sta
diventando quasi una vera emergenza in tutta la Penisola, da Palermo ad
Asti. Gli annunci di vendita immobili Venezia,
così come Napoli, Roma, Firenze, Bari sono ormai una moltitudine, cosa
che avrà una certa ripercussione sul mercato immobiliare, sia in termini
di valore degli immobili, sia su di una inevitabile stagnazione delle
compravendite.
Si potrebbe addirittura correre il rischio che molte di queste proprietà
potrebbero passare di mano ed essere acquistate da soggetti stranieri,
sia privati cittadini che grosse società immobiliari. In definitiva,
così facendo si svende il Paese, e la cosa ancor più preoccupante è che il governo, con il così detto prof. Monti in primis, non se ne cura minimamente.
Quando fece il suo ingresso in pompa magna, o quasi, in Senato, Monti
era stato considerato dai più il vero salvatore della Patria, colui che
con un colpo di bacchetta magica avrebbe preso il Paese per i capelli
allontanandolo una volta per tutte dall’orlo del precipizio.
All’inizio sembrava che la bacchetta magica potesse anche funzionare, ma poi, con il passare dei mesi e con l’arrivo delle tante, troppe tasse,
la situazione è addirittura peggiorata, il che è quanto dire. Infatti,
fino a qualche giorno fa lo Spread era tornato a livelli a dir poco
preoccupanti, anche se da un paio di giorni è ritornato sotto i 470 punti.
Ma purtroppo, in questi mesi, il differenziale di rendimento ci ha
abituati a questo andamento altalenante che sta facendo la fortuna di
pochi e in compenso sta danneggiando molti.
Ora, con la tassazione più alta del pianeta, il Paese continua a dibattersi in una recessione che
in molti ritengono essere ancora lontana dal toccare il suo massimo.
Infatti, dopo una estate nella quale il 60% degli italiani non potrà
concedersi una vacanza mentre più della metà di coloro che riusciranno a
partire lo faranno per mete straniere offerte a prezzo di realizzo,
buona parte delle strutture turistiche italiane si troveranno alla fine a
doversi leccare le ferite prodotte da una estate ben al di sotto delle
più ere previsioni.
La conseguenza sarà una inevitabile ulteriore perdita di posti di lavoro
con aumento della disoccupazione e un peggioramento della recessione
perché, se il denaro non circola, tutto si ferma e, se si ferma il
Paese, vuol dire essere ad un passo dalla bancarotta.
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