Cercare lavoro nel nostro Paese è diventata una vera impresa. Del resto il lavoro è quello che è, ovvero poco e poco pagato, e quindi riuscire a trovare una sistemazione è sempre più difficile.
Lo sanno i giovani che mandano i soliti curricula in giro un po’ ovunque, ma con scarsi risultati e se non si hanno le conoscenze è ancora più difficile.
Il più delle volte, chi offre lavoro, cerca sempre tra amici e conoscenti che sono a spasso perché così sa con chi ha a che fare e ritiene di mettersi al riparo da spiacevoli sorprese.
Quindi, chi non rientra nel novero degli amici o parenti il più delle volte è destinato a lunghe attese, a tante scarpinate il tutto con scarsi risultati.
Senza contare poi quelle offerte di lavoro che chiamarle indecenti e quasi fare un complimento. Purtroppo in alcune realtà italiane vi sono dei lavoro sottopagati che vengono accettati perché si ha bisogno di lavorare.
L’esempio che vale per tutti è il lavoro di collaboratore di negozio, il classico commesso o commessa, che quasi sempre, o perlomeno spesso, è pagato in misura insufficiente senza nemmeno una regolare busta paga. Situazioni del genere, specialmente al sud, ve ne sono a migliaia e sono ben note a tutti, ispettori del lavoro compresi. L’economia del sud è basata, da sempre, sul piccolo commercio e quindi è una situazione molto diffusa.
In questo sistema poi si inserisce una realtà terribile per i piccoli commercianti, una realtà che rischia di far saltare tanti equilibri precari che fanno andare avanti migliaia di famiglie. Stiamo parlando dei grossi centri commerciali dove il pubblico si reca sempre più spesso perché vi trova tutto quello di cui ha bisogno, condito, in alcuni casi, da locali, pizzerie, ristoranti e anche sale cinematografiche. Il tutto poi al caldo se d’inverno e al fresco se d’estate.
Se poi si aggiunge che, in un periodo di crisi economica come quello attuale, i prezzi che si trovano nei centri commerciali sono senza dubbio migliori di quelli che si trovano altrove oltre ad avere la possibilità di pagare in tante piccole rate, il gioco è fatto.
Del resto, la grossa distribuzione può spuntare prezzi d’acquisto decisamente più favorevoli di quelli che ottiene il piccolo commerciante che compra un millesimo rispetto ad una grossa catena di distribuzione.
E, ovviamente, di questa concorrenza leale ma assolutamente sbilanciata a favore del gigante, ne fanno le spese i più piccoli e quindi, l’ultima anello della catena che è il dipendente della piccola azienda.
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