Gli automobilisti italiani sempre più sotto il giogo delle compagnie assicurative che fanno il bello e cattivo tempo con le tariffe. Purtroppo in Italia vige la legge sull’obbligatorietà della RC Auto, e chi non è coperto da una assicurazione non può assolutamente circolare, pena il sequestro dell’autoveicolo o della moto, ovviamente, multa salata e procedimento amministrativo.
Che ci sia l’obbligo di assicurare un veicolo per poter circolare potrebbe essere anche una legge giusta, nei confronti di chi subisce un sinistro importante, ma purtroppo questo ha di fatto autorizzato le compagnie a fare ciò che vogliono con le tariffe.
Il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi, provocatoriamente ha detto che sarebbe il caso di cambiare la legge in modo che l’assicurazione non sia più obbligatoria, ma, ovviamente, si trattava di una provocazione nella quale non crede nemmeno Lui in quanto mai e poi mai potrà accadere una cosa del genere.
Quello su cui si deve e si può intervenire sono le tariffe che sono assolutamente fuori controllo e, inoltre, nell’ultimo periodo vi è stato anche un aumento medio del 24%.
A questo si aggiunge l’assoluta ineguaglianza di trattamento tra nord e sud, tra città e città. Si consideri, per esempio che per assicurare un’auto di 90 cavalli a Napoli occorrono 1500€ l’anno, piò o meno, mentre a Tarquinia, sempre per esempio, basta solo circa un terzo di quell’importo.
Si potrà obiettare che al sud, e in particolare nel napoletano, storicamente si consumano più finti sinistri che in altre città d’Italia, ma basterebbe semplicemente premiare i buoni a discapito dei cattivi. Invece è sempre la solita storia, alla fine sono i buoni che con le loro alte tariffe, pur senza commettere mai un sinistro, pagano anche per i cattivi.
E allora ecco un fiorire di falsi tagliandi assicurativi e di gente che scappa appena tampona qualcuno, un po’ per paura di essere scoperti in quanto in possesso di un tagliando falso, un po’ per non incorrere nella tagliola del Malus.
Il problema va risolto, perché ormai è fin troppo tempo che se ne parla senza intervenire, ma nessuno se ne occupa. Questo è il problema.
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