Tutto nacque nel 1984, quando tre ragazzi e un artista si fecero gioco di critici d'arte, amministratori e politici fecero ritrovare delle teste del celebre scultore Modigliani. Fin qui tutto bene, l’unica oecca era che le sculture era state fatte (con un trapano elettrico) dagli allora studenti universitari Michele Gherarducci, Pierfrancesco Ferrucci e Pietro Luridiani e dallo scalpello di Angelo Froglia (oggi scomparso). Per giorni Livorno venne assediata da cronisti di tutto il mondo e la città, fiera della scoperta non si nascose e andò fiera della scoperta. Solo dopo l’ammissione della bufala da parte dei giovani si scopri che le teste erano finte ed il comune non prese bene la notizia tanto da nascondere le sculture nei meandri degli uffici del palazzo comunale. Proprio quelle teste che avevano portato Livorno agli onori delle cronace mondiali ora erano sinonimo di vergogna tanto da essere derisi fu derisi da mezzo mondo e costringendo l'allora assessore alla cultura a dimettersi.
Adesso, a Livorno si è capito di aver sbagliato e soprattutto che quelle teste possono essere una risorsa, una fortuna. La prova si è avuta nelle pochissime uscite delle pietre. A Lugano, per esempio, furono visitate da decine di migliaia di persone entusiaste. Ora si sta capendo dove posizionarle. Inizialmente si era pensato al museo ma e stata subito esclusa come ipotesi, perché le tre sculture non hanno una valenza estetica. Un'altra soluzione sarebbe la casa Natale di Modigliani, ma questa è sprangata per dissidi e conflitti di interesse
Quindi per farla breve il problema è dove posizionare le teste. L’importante è che si riesca a trovare un luogo adatto dove poter esibire queste sculture, simboli dell'intelligenza beffarda dei livornesi capaci di ridere su tutto. Anche su loro stessi.
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