Dopo oltre un decennio di sversamenti illegali, interramenti, rifiuti insabbiati nelle cavità del terreno e poi ricoperti, rifiuti di ogni tipo, tossici e non, ecco apparire inevitabili e più volte annunciate le conseguenze.
La natura si ribella dopo tante violevze subite e alla fine presenta il conto che a Maddaloni, in provincia di Caserta, in una vasta area a ridosso della nuova tangenziale di Caserta che collega Capua con Maddaloni e l’autostrada Caserta-Salerno, ha l'aspetto di fumarole, emissioni di gas dal terreno, pestilenziali e molto probabilmente tossici.
Tutto ciò accade a ridosso di una zona agricola la cui frutta raccolta arriva sulle tavole degli italiani: parte per l’Ortomercato di Milano, per Fondi in provincia di Latina per essere distribuiti in tutta Italia e giunge sulle tavole degli italiani che, ignari, ne fanno uso.
Fumi che dopo tanti anni sono riusciti ad aprirsi un varco nel terreno e come un vulcano riversano nell’ambiente i loro miasmi nauseabondi e velenosi.
Dopo vent'anni ha ceduto la copertura del terreno che aveva occultato alla vista i fusti di rifiuti tossici interrati e nascosti nell’ex-cava Moccia. La forza del gas ha aperto nuove vie di fuga per l’ immissione in atmosfera di fetide esalazioni di gas caustici. Materiale volatile pericoloso per chi lo respira.
Si sono mobilitati tutti: la Guardia Forestale, i Noe, l’ex-Asl Ce1, la protezione civile del Comune di Maddaloni. Anche i sindaci Farina (Maddaloni) e Zitiello (San Marco Evangelista) hanno disposto le prime segnalazioni. Primo impellente e non procrastinabile nel tempo un intervento atto a fermare le immissioni in atmosfera. Alle prime luci dell'alba, soprattutto in questo periodo di bassa pressione, nella zona si forma una fitta nebbiolina irrespirabile, nauseabonda, che si sprigiona dal suolo che, ormai, dopo tanti anni di patimenti, ha deciso di restituire i veleni ai suoi violentatori.
Infine vi è la preoccupazione che i fusti contenenti materiale pericoloso e metalli pesanti possano essere non più a tenuta.
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