Che Assange potesse andare incontro ad una serie di problemi era abbastanza scontato e il mandato d’arresto internazionale ne è la dimostrazione, ma ora le banche gli stanno chiudendo i conti e ben presto, probabilmente, il fantomatico australiano si ritroverà ad avere attorno a sé solo terra briciata.
Un conto è mettere in piazza documenti scottanti riguardanti un personaggio politico o mettere un presidente in condizione di dimettersi, come accadde a Nixon a causa dello scandalo che lo travolse, tutt’altro conto è rendere noti documenti che possono mettere a repentaglio la sicurezza e la stabilità mondiale. E’ una stupidaggine che in molti non potevano permettere.
Ora Postfinance, filiale bancaria delle poste svizzere, ha chiuso il conto corrente che l’ Assange aveva aperto precedentemente, con la motivazione, o forse sarebbe meglio dire scusa, che il fondatore di WikiLeaks aveva fornito un falso indirizzo, praticamente quello del suo legale, congelando di fatto 30,000 € che Assange aveva sul conto. Viene anche, di conseguenza, a cadere la possibilità che la Svizzera gli conceda lo status di rifugiato politico.
Ma non finisce qui. Anche PayPal, il noto sistema di pagamento online sul quale confluivano le varie donazione che l’Assange riceveva, grazie anche al bel tasto DONATE che fa bella mostra di se sulla prima pagina del suo sito, gli ha sospeso il servizio congelando di fatto oltre 60,000 €, la quasi totalità dei quali gli erano stati donati da una associazione tedesca di beneficenza.
Il fatto che ci siano persone che hanno provveduto a foraggiare un personaggio le cui azioni possono destabilizzare il pianeta è assolutamente sconcertante. Che l’Assange sia una sorta di eroe informatico per una certa fascia di persone, era indubbio, ma che gli si donino in così poco tempo 100,000 € per aiutarlo è assolutamente incomprensibile.
Questi comportamenti pagano, è evidente, e pagano anche bene.
Ad Assange ormai restano solo, si fa per dire, i conti in Islanda e in Germania e una carta di credito di un istituto svizzero-islandese ma, se tanto mi da tanto, c’è da presumere che non avranno lunga vita.
Intanto la polizia inglese è sulle tracce del fantomatico australiano per eseguire il mandato di cattura internazionale emesso dalla Svezia e, vista l’irritazione creata nel governo britannico con le sue rivelazioni, c’è da ritenere che verrà eseguito in tempi brevi, appena varrà scovato il suo “rifugio”.
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