Si profila un taglio del 10% delle indennità dei consiglieri della regione Campania. Il provvedimento non è stato ancora deciso, ma è allo studio e tutto lascia supporre che si andrà avanti su questa strada.
Il bilancio del parlamentino Campano è in profondo rosso e, anche se i consiglieri, o almeno una parte di essi, non sono d'accordo con la linea del rigore, il provvedimento molto probabilmente vedrà la luce in tempi brevi.
Del resto, nella classifica delle assemblee più costose, quella campana si è piazzata onorevolmente al terzo posto, preceduta solo dal parlamentino siciliano, che guida con ampio margine la classifica, seguita da quello sardo.
Oltremodo sconcertante questa classifica che vede regioni, certamente più ricche, come la Lombardia non avere i costi della Campania e della Sicilia. E guarda caso poi, in Lombardia, la sanità non si trova nella situazione drammaticamente debitoria come quella campana.
E chi ne fa le spese. Ovviamente sempre le ultime ruote del carro, i cittadini, che si trovano a dover far fronte allo scialacquare di che ha governato la Regione per anni.
E poi alcuni parlamentari si permettono anche di non essere d'accordo sul provvedimento paventato.
Un consigliere alla Regione Campania percepisce come emolumento una cifra che un povero cittadino nemmeno se la sogna, non dico mensilmente, ma nemmeno se provasse a sommare 6, si dico sei, mesi di stipendio. Senza parlare di tutti i napoletani in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro o che il lavoro non l'anno mai avuto e cercano di sbarcare il lunario facendo lavoretti occasionali. Ovviamente non stiamo prendendo in considerazione chi vive del malaffare, perchè si tratta di un altro pianeta in tutti i sensi.
E quando l'uomo qualunque legge che alcuni consiglieri storcono il naso di fronte alla possibilità di vedersi decurtato lo stipendio del 10%, ha o meno ragione di imbufalirsi?
Quel famoso 10% che per un consigliere rappresenta un ben misero sacrificio, per un poveretto che ha perso il lavoro rappresenterebbe uno stipendio accettabile in grado di far “sopravvivere” lui e la sua famiglia.
Tornando al discorso della sanità, per esempio, al momento le farmacie di Napoli e provincia sono ancora in sciopero e quindi l'assistenza diretta al momento è sospesa. Ma quando il 10 ottobre lo sciopero finirà, e ci si augura che finisca, cosa diranno i poveri cittadini che si vedranno aumentare il ticket sulle ricette di più del 100% passando da 1,5 a 3,5€? Con chi dovranno prendersela?
E non dimentichiamoci neppure che, per esempio, i cittadini campani pagano l'addizionale regionale sulla benzina più alta d'Italia.
E' proprio una maledizione: i più tartassati!
daniele |